La crisi di Gaza si sta aggravando dopo che decine di palestinesi, tra cui donne e bambini, sono stati uccisi dai raid aerei israeliani.

La crisi di Gaza si sta aggravando dopo che decine di palestinesi, tra cui donne e bambini, sono stati uccisi dai raid aerei israeliani.

Un'ondata mortale di attacchi aerei israeliani ha colpito la parte settentrionale di Gaza durante la notte, uccidendo almeno 48 palestinesi, tra cui 22 bambini e 15 donne, secondo l'ospedale indonesiano. Gli attacchi hanno preso di mira le abitazioni della città di Jabalia e il suo campo profughi; online si vedono scene di caos e cadaveri sparsi per terra. Le famiglie si sono precipitate a cercare i propri cari, mentre il personale medico faceva fatica a gestire l'afflusso di vittime.

L'esercito israeliano, rispondendo al lancio di razzi da parte di gruppi armati palestinesi, ha intimato agli abitanti di Jabalia e delle zone limitrofe di evacuare prima degli attacchi. Hanno affermato che stanno attualmente esaminando i resoconti delle morti tra i civili. Molti residenti non sono riusciti a evacuare o non avevano un posto sicuro dove andare, una preoccupazione crescente in un'area densamente popolata già provata da mesi di bombardamenti.

Nel sud, un altro grave attacco ha colpito il complesso dell'Ospedale Europeo, uccidendo altre 28 persone, secondo le autorità locali. L'esercito israeliano ha affermato che l'obiettivo era Mohammed Sinwar, ritenuto l'attuale leader di Hamas a Gaza, che stava operando sotto l'ospedale. Le autorità israeliane hanno descritto l'attacco come un'operazione mirata contro un centro di comando, un'affermazione criticata dagli osservatori internazionali perché mette in pericolo le strutture mediche.

Il bilancio umanitario è allarmante dall'attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre, in cui sono morte circa 1.200 persone e sono stati rapiti 251 ostaggi. Secondo il Ministero della Salute controllato da Hamas, l'offensiva di rappresaglia di Israele a Gaza ha causato più di 52.900 morti. La distruzione ha lasciato vaste aree della Striscia in rovina, costringendo innumerevoli famiglie a sfollare e distruggendo servizi essenziali.

Alle Nazioni Unite, il responsabile umanitario Tom Fletcher si è rivolto al Consiglio di sicurezza e ha sollecitato un'azione internazionale immediata per porre fine a quelle che ha definito "condizioni deliberate e disumane" imposte alla popolazione civile di Gaza. Ha chiesto a Israele di revocare l'attuale blocco e ha criticato il piano israelo-statunitense per controllare la distribuzione degli aiuti, sostenendo che compromette la neutralità e l'accesso umanitario.

L'ambasciatore israeliano all'ONU, Danny Danon, ha replicato che Hamas sta dirottando gli aiuti per rafforzare le sue operazioni militari. Queste accuse complicano ulteriormente una situazione degli aiuti già difficile, con i gruppi umanitari che faticano a consegnare beni di prima necessità sotto la costante minaccia e gli ostacoli logistici imposti dal conflitto.

Nel mezzo della violenza in corso, gli inviati speciali degli Stati Uniti Steve Witkoff e Adam Boehler si recano in Qatar per sollecitare un nuovo accordo di cessate il fuoco e negoziare il rilascio dei 58 ostaggi ancora detenuti da Hamas. I colloqui precedenti sono falliti e i progressi restano incerti, poiché entrambe le parti restano trincerate nelle loro posizioni.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele intensificherà le sue operazioni militari se gli ostaggi non verranno rilasciati. Ha affermato che le attuali offensive sono state solo temporaneamente interrotte e che ogni segno di resistenza verrà affrontato con maggiore forza. Per i civili di Gaza, questo fa presagire ulteriore distruzione, mentre aumenta la pressione internazionale per fermare lo spargimento di sangue.

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